Caseificio Val D’Orcia Pienza e le crete senesi

Pensavo di aver già scritto qualcosa su questa magnifica parte della toscana, dove sono tornata quest’estate una seconda volta. Invece, nulla di nulla. Cercherò di rimediare subito.

Partiamo da Pienza. Si tratta del classico borgo toscano, con l’immancabile aggiunta di una serie di negozi puzzolenti, per chi non mangia pecorini, s’intenda. Per il resto del mondo, invece, è una goduria ad ogni angolo. Sono talmente tante le botteghe dove si vendono specialità eno-gastronomiche, che è difficile scovare davvero chi produce in loco, con un caseificio Val D’Orcia, da chi rivende soltanto.

Caseificio Pienza

Qui il latte di pecora, da cui si ricavano magnifici formaggi impera. Se unisci Pienza pecorino caseificio, il risultato è la bottega del naturista, per due ragioni: la prima perché è un’azienda familiare che produce nella zona artigianale poco sotto quello che vende in centro; la seconda perché oltre al classico pecorino fresco o stagionato ci sono una serie di lavorazioni particolari.

Ad esempio in questo caseificio Val D’Orcia: il latte di pecora lavorato come lo stracchino, senza superare i 40°C, che produce, dopo l’adeguato affinamento, una sorta di brie di Pienza. Oppure la maturazione del pecorino sotto cenere e alloro. O ancora, il pecorino in crosta fiorita, sempre per parlare di prodotto freschissimo. All’opposto troviamo il pecorino di due anni, da grattugiare sempre dello stesso caseificio Pienza. La scelta di aromatizzazioni, anche in versione caprina, va dalla buccia di pomodoro, alle noci e chi più ne ha più ne metta. Ne metta sottovuoto, per portare il tutto a casa, naturalmente.

Caseificio Val D'Orcia

Per arrivare a Pienza si attraversano paesaggi magnifici. Le cosiddette crete senesi. Si chiamano così per l’argilla contenuta nel terreno. Le colline che si alternano a campi coltivati, con le luci ed ombre date da sole e nuvole fanno restare a bocca aperta in qualunque stagione dell’anno.

Oltre ai classici del vino, come Montalcino e Montepulciano, San Quirico d’Orcia merita una capatina. E’ un classico borgo toscano, con dei giardini di antiche ville ad ogni angolo, belle chiese, una cinta muraria ben consevata. Se siete amanti degli animali, tartarughe in particolare, visto che una circola liberamente tra i piedi c’è la Trattoria al vecchio forno. Avrei preferito il menù meno lungo e turistico, probabilmente più fresco di La taverna da Ciacco, ma era chiuso. Insomma, cercando di schivare il turismo di massa a pranzo in quel di Pienza, ci sono rifinita dentro a San Quirico. Comunque non è stata un’esperienza orribile. Molto buona, invece, la gelateria golosi di gelati sul corso, la crema della nonna era fatta con prodotti freschi, anche se il gelato è molto più soffice di quello a cui mi sono abituata abitando dalle parti di Zoldo.

San Quirico D'Orcia

Un paradiso per i gourmet, credo, che non ho fatto in tempo ad assaggiare è la Fattoria Pianporcino, che si presenta come un caseificio della Val D’Orcia che vale la pena visitare. Rinomato in paese è sembrato essere lo yougurt di capra. A me è dispiaciuto soprattutto non trovare aperto dopo pranzo per portare a casa un po’ di  affinato al muffato.  Toccherà ritornare.

Ha una rivendita nel centro di San Quirico, così come la birreria artigianale. Ma il birrificio di San Quirico è quasi in tutta Italia ormai ed è meno difficile assaggiare le sue specialità.

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