Frutta

Cosa fare a Marsala e dintorni parte 2

Dove eravamo rimasti su cosa fare a Marsala? Ah sì, ai Florio, nobile famiglia di Marsala, che hanno per primi seguito l’esempio degli inglesi. Su tutti spiccano i Woodhouse in particolare, che producevano quel vino fortificato, al quale cioè è aggiunto alcol puro, che ancora oggi conosciamo.

Visitare cantine a Marsala

Florio, oggi Duca di Salaparuta spa, ha ancora la cantina attaccata al porto, per ovvie ragioni commerciali. Il marsala, può essere prodotto con cattaratto e inzolia, ma anche grillo e damaschino, tutti vitigni bianchi autoctoni.

Se è vergine segue il metodo soleras alla lettera, ma il più celebre è il marsala dolce. E’ addizionato con mosto cotto e mistella (mosto d’uva tardiva e mosto concentrato), sempre invecchiato numerosi anni in botti di rovere.

Entrando da Florio la distesa di botti è infinita, il clima perfetto con suolo in tufo che regola l’umidità. Una targa ricorda che anche Garibaldi visitò lo stabilimento, dopo lo sbarco con i mille. Era uno che si godeva la vita, ovunque tu vada lui c’è stato. E’ andato perfino a Mozia! Mica scemo…

Tornando a noi, facendo una visita in cantina si scopre che tutto il marsala non è uguale: si va da quello base, utilizzato per produrre dolci, anche industriali, tipo la Fiesta; a quello da degustare dolce come fine pasto; a quello secco da sorseggiare persino come aperitivo o come vino da meditazione.

Durante il mio soggiorno, confesso, dopo cena, sono evaporate alcune bottiglie di Targa, riserva superiore ai 6 anni, semisecco, cioè con un residuo zuccherino tra i 40 e 100 grammi per litro.

Nel 2012, è stato aperto anche il negozio interno allo stabilimento di produzione, l’enoteca Florio. Si trovano libri e confezioni davvero belle per regalare qualcosa di speciale al rientro dalle vacanze. Prezzi in linea con quel che si trova all’esterno.

Naturalmente ci sono anche altre cantine che producono marsala di qualità, più piccole e sicuramente più interessanti, con prodotti meno commerciali, ma difficili da scovare, tipo Buffa. Scoperta troppo tardi per visitarla.

Cosa fare a Marsala e dintorni?

Al marsala si accompagnano anche le genovesi alla crema: le trovate fumanti appena tolte dal forno anche la sera ad Erice, alla pasticceria del Convento, poco defilata dalla piazza principale. Preparatevi ad una serie di bestemmie ripetute per salirci, ad Erice. Specie se scegliete la vecchia strada con deliziosi tornanti, fattibili solo a patto di inserire la retro, vista la larghezza della strada. Un grazie speciale al navigatore! Per di più, al ritorno mi si stava incendiando il paese, come si vede dall’immagine della torre campanaria.

Marsala e Trapani sono famose anche per le saline, che si possono vedere lungo la costa, ricoperte di tegole, tra un mulino e l’altro. Un paesaggio davvero affascinante, non solo al tramonto, ma anche di giorno.

Le saline si trovano giusto di fronte all’isoletta di Mozia, altrimenti detta San Pantaleo. Dieci minuti di navigazione nella laguna dello Stagnone e si arriva nella patria adottiva di sir Whitaker. Anche lui era arrivato in zona dall’Inghilterra per commerciare vino. Si è, poi, dedicato all’archeologia, e ha scoperto molti reperti fenici sull’isola.

Per gli appassionati c’è il museo, unica cosa da vedere sull’isola, insieme alle numerosissime popò di lepre. Insomma, andateci se proprio non potete fare a meno. Entrare nell’isola costa pure 5 euro, più mi sembra 8 euro di traghetto, che passa ogni mezz’ora. I prezzi sono del 2012.

Dove mangiare a Marsala centro?

Sicilia, comunque, non è solo marsala, vuol dire anche vino rosso: il nero d’avola troneggia. Se vi capita di mangiare a Marsala non perdete questo posto: Il Gallo e l’innamorata. Tra gli antipasti ho mangiato dei filetti di spatola con una riduzione al nero d’avola meravigliosa, oltre al gattuccio alla menta e agli arancini fumè. Avevano lo spada affumicato dentro, da sballo. Inoltre ci sono le seppie panate meravigliose. A modico prezzo, tra l’altro. Altro indirizzo cittadino per qualunque cosa, pizza compresa, un po’ più commerciale e chiassoso, è la Luna Rossa. Vedete in foto la pasta con le sarde e trito di mandorle.

Se volete leggere la prima e terza parte del viaggio a Marsala.

cucinaconrob

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