La parte interna occidentale della Sicilia tra lago Arancio Sambuca di Sicilia è piena di verde. E’ una Sicilia che non ci si aspetta. Sembra un po’ di essere in Irlanda anche a giugno.
I paesini sono piccoli, arroccati su colli, con i classici anziani con la coppola che vagano per il paese. E anzi, magari, essendo ancora piuttosto in forma, ti invitano a vedere la loro collezione di foto fatte con i turisti, cimeli di gioventù, mescolati alle foto dei figli, diventati professionisti stimati in città. E’ il caso di Sambuca di Sicilia.
Camminando tra i vicoli della città dietro il municipio vecchia si respira l’aria di un quartiere arabo in decadenza. Poi vedi qualche casa sventrata, ma a restaurare ci pensano solo i giornalisti che hanno deciso di prendere casa a poco qui per ristrutturare e fuggire dal caos o dal caldo estivo.
Arrivando non si può far finta di non vedere la cinquecentesca chiesa del Carmine, ma la più sontuosa è la chiesa madre, vicino al belvedere, che è chiusa perché – come sempre – i soldi pubblici destinati a rimetterla a nuovo dopo il terremoto avvenuto nel ’68 nella valle del Belice, non sono finiti nelle mani giuste, anzi, l’edificio d’origine araba è stato pure trafugato.
A parte questo sulle rive del lago Arancio, c’è una quiete irreale. Sui tralicci elettrici non è difficile scorgere nidi di tranquille cicogne. Ma per gli appassionati di eno-gastronomia c’è un’azienda vitivinicola che si è affermata tra le grandi: Planeta.
Arrivarci non è la strada dell’orto. Cioè, anzi sì. Ci sono buche, bisogna sperare di non aver nessuno che arriva nel senso opposto e fare attenzione a rettili spiaccicabili che attraversano imperterriti.
Ci sono anche le volpi tra il lago Arancio Sambuca di Sicilia. Insomma, è un posto bellissimo, dove la natura – anche se ben indirizzata in vasti filari- ancora in qualche modo domina l’uomo. Fare una degustazione e una visita in cantina da Planeta vale il viaggio. Si può anche mangiare (prenotando) semplici pietanze, anche se nulla di straordinariamente memorabile. Ci sono anche diversi percorsi con tanto di cartina, in mezzo alle vigne per digerire.
Planeta non ha appezzamenti solo vicino al lago Arancio, ma anche vicino all’Etna, a Noto e in molte zone della Sicilia. Assaggiare i vini è come fare un viaggio nei tanti territori di questa terra. Non serve potare un super bagaglio, spediscono in tutto il mondo.
Se si parla di entroterra a Sciacca e dintorni, è molto carino anche Caltabellotta, dove si firmò la pace tra angioini e aragonesi nel Trecento. Soprattutto ha un localino davvero giusto: Mates. Ricavato in un vecchio stabilimento, ospita un museo degli attrezzi agricoli. Il cibo è di terra: la pasta con pesto di pistacchi e melanzane, il risotto vegetale, l’arrosto ripieno con pomodori secchi e il classico cannolo sono consigliati. Il paese è tutto un su e giù, scalette e vicoli, per arrivare ci sono strade semideserte ricavate a ridosso delle montagne (si arriva quasi a 1000 metri s.l.m) con una vista su campi e mare impagabile soprattutto al tramonto.